venerdì 29 giugno 2007

Lettera a "il Tauromachista"

Precario a tempo indeterminato
Caro Tauromachista sono un "ragazzo" di 37 anni e mezzo. Metto tra virgolette la parola perché non è corretto definirmi cosi'. Al giorno d'oggi,tuttavia, si rimane ragazzi anche fino a 45 anni per parecchi motivi. Io faccio parte di quella generazione persa nei meandri del precariato (e si, sono noioso perché riparlo di cose noiose, ma in questo caso è meglio diventare noiosi e non mollare l'osso) a causa della "legge Biagi", che in realtà ha pagato per conto di un lungo elenco di "personaggi" intoccati, dei lavoratori definiti dal Grande Grillo, "lavoratori transbiagici" o "schiavi moderni". Per fortuna o sfortuna che sono precario, praticamente a casa, a fare lavoretti in proprio spesso pagati male o in ritardo cronico con mancanza di serietà enorme, ma senza famiglia da mantenere. Quello si che è uno status che non invidio: trovarsi precario a 50 anni con i figli ancora ragazzini da mantenere: mi chiedo che futuro possono dare queste famiglie ai loro figli? Ma torno alla mia situazione: laureato, semi-disoccupato, che havissuto per anni fuori dall'Italia frustrato dalla massa di offerte di lavoro di due, tre mesispesso mi contattano le agenzie interinali, e propongonocontratti brevi ma "con possiblità di assunzione"ormai non ci crede nessuno... Queste false speranze che vengono create e date ai giovani non hanno piu' appiglio, mi sembra pero' per fortuna che a furia di parlarne e di mettere a fuoco lucidamente la situazione nera in cui versa il nostro Paese, qualcosa si sta muovendo nelle coscienze. Dobbiamo affrontare la situazione perché tra 30 anni non avremo pensione, non possiamo sederci... non si puo' andare avanticosi'. L'articolo della costitutizione Italiana recita che "l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro" non sul "lavoro precario"io mi trovo in uno Stato quello italiano che non mi paga la disoccupazione perché "mi sono licenziato" (dato che l'azienda non mi pagava....!) e magari vengono dati sussidi a gente che ha false pensionidi invalidità i cui controlli vengono fatti quando la persona è già nella tomba.!!! Mi trovo in un paese dove si pensa solo a sbarrare la porta al capitale straniero (vedicaso telecom) ma, paradossalmente dove lo Stato ha elargito finanziamenti per decenni grosse aziende che sono finiti nelle tasche di qualche banchiere delle Isole Caymaan mentre i posti di lavoro in queste aziende sono stati "uccisi" a causa della bancarotta, o i piccoli azionisti sono stati imbrogliati (vedi parmalat"). Dov'e finita la forza di ragire a questa situazione? Si pensa solo ad aspettare la partita di calcio della domenica (una volta ero anche io avvezzo al calcio, ora mi sto "ravvedendo") o a pagare magari fior di milioni a gentaglia come Fabrizio Corona perché appare in TVe dichiara che "l'italia vuole questo". Perché una emittente tv invece di dare quei soldi questa gente, non li investe in formazione e ricerca del personale in maniera piu' chiara, piu' trasparente e meritocratica? Invece che sfruttare chi è già assunto spremendoolo con straordinari da infarto e lasciandolo sulla sedia in un angolo di un ufficiocome un pugile alle corde, in cui nel ring della sua vita non vede l'ora che suoni il gong? Allora, io mi chiedo, quello che stiamo facendo a noi stessi, a cosa porterà? Cosa porterà uno stato di diritto dichiarato ma di fatto una disgraziata "Repubblica delle Banane" dove gente che commette omicidi dopo qualche giorno è lasciata in libertà? Invece di essere messa a lavori forzati come meriterebbe? Cosa dire in una nazione dove contano solo i calcoli politici? I nostri politici.....bah! Si azzuffano, si offendono ma poi danno l'impressione di recitare come in teatro ma la gente si deve svegliare: deve capire che non si vive di solo calcio e vallette!!!! Bisogna reagire con determinazione al disagio perché se andremo avanti cosi' molti giovani "cum grano salis" emirgreranno e alla fine l'italiano affascinato come sempre da certi personaggi, nei momenti difficili si affiderà banalmente al solito demagogo di turno che prometterà anni di gloria, forse solo per lui...

domenica 3 giugno 2007

Lettera a Beppe Severgnini

Lavoro, quando penalizzato è l'uomo
Caro Beppe, visto che si parla tanto di pari opportunità in Italia, volevo far presente un problema che molti sottovalutano nel mondo del lavoro. Come è già stato ampiamente dimostrato a causa di una mentalità sbagliata, le donne sono penalizzate rispetto agli uomini quando si tratta di coprire ruoli di responsabilità. Questo però ha un rovescio della medaglia: un uomo di 35-40 anni che non ha fatto carriera trova lavoro più difficilmente rispetto ad una donna, soprattutto se la situazione famigliare della donna non prevede future maternità. Le donne sono viste come dei «subordinati» migliori e vengono maggiormente impiegate per lavori abitudinari o che non prevedono una crescita professionale. Per accorgersene basta guardare degli annunci: spesso è specificato «cercasi impiegata/segretaria/collaboratrice» nonostante per legge ogni ricerca deve essere indirizzata ad ambo i sessi. Penso sia giusto considerare anche per gli uomini simili ruoli perchè non tutti hanno la bravura o la fortuna di diventare manager ed accettare uno stipendio umile a tempo indeterminato anche non da giovanissimi è meglio che vivere eternamente tra precariato e disoccupazione.